29 gennaio 1994. Sulla pista Kandahar di Garmisch-Partenkirchen si tenne la discesa libera valida per la Coppa del Mondo 1993-1994. Durante la sua prova, Ulrike Maier, giunta ormai nel tratto finale della pista a una velocità superiore ai 105 km/h, finita fuori dal tracciato dopo un errore banale, cadde e scivolò verso il bordo, sbattendo violentemente contro un mucchio di neve e un paletto della rilevazione cronometrica intermedia. L’impatto fu talmente violento che la sciatrice perse il casco. Il suo corpo ormai esanime venne rimbalzato verso centro pista, continuando a scivolare per una decina di metri. I soccorsi furono immediati, ma vani. Gianni Merlo su La Gazzetta Sportiva di domenica 30 gennaio 1994 scrisse: «La morte in diretta di Ulrike Maier, giovane madre austriaca che si é spezzata l’osso del collo sulla pista Kreuzek di Garmisch, ha sconvolto il mondo dello sci. E la vittoria di Isolde Kostner, nuova discesista azzurra, che ha colmato il lungo digiuno italiano in questa specialità nella coppa delle donne, é diventata un particolare quasi insignificante di questa giornata» […] «…la cinica realtà dice che il successo della ragazza di Ortisei è proprio stato originato dalle conseguenze della tragedia: infatti durante l’interruzione della gara, mentre era soccorsa l’ormai agonizzante Ulrico, le condizioni della pista sono diventate più favorevoli e hanno proiettato nei primi posti donne che di solito fanno da comparse».
La Gazzetta Sportiva di domenica 30 gennaio 1994
«Ora la gente si chiede se è giusto morire su una pista di sci in una gara di discesa libera, dove pure il pericolo è sempre in agguato. È un discorso vecchio, che riaffiora ogni volta che la morte va in scena»
Gianni Merlo
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