Processo di Tokyo: l’esecuzione di Hideki Tōjō

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23 dicembre 1948. Dopo la resa incondizionata del Giappone nel 1945, il generale statunitense Douglas MacArthur emise un ordine di arresto per i criminali di guerra. Per questo, venticinque furono processati da una corte a Tokyo per crimini contro la pace. Tra i vari imputati spiccava il nome del generale e politico giapponese Hideki Tōjō, indicato come il maggiore responsabile della guerra del Pacifico nonché l’artefice dell’attacco alla basa navale di Pearl Harbor. Prima del processo, l’11 settembre 1945 Tōjō, braccato, in pieno spirito tradizionale giapponese tentò di sfuggire all’arresto sparandosi un colpo di rivoltella, ma, prontamente soccorso, fu tratto davanti alla Corte internazionale di Tokyo, che il 12 novembre 1948 lo condannò a morte. Il Corriere d’informazione di giovedì-venerdì 23-24 dicembre 1948 scrive sul tema: «Un prete scintoista che ha assistito fino all’ultimo momento Tōjō e gli altri sei condannati a morte, ha detto che l’ex Primo ministro e tre suoi compagni di pena hanno emesso ad alta voce il grido di “Banzai” qualche minuto prima dell’impiccagione. L’Imperatore del Giappone ha passato tutta la giornata di ieri chiuso nel suo palazzo, pregando per la pace e immerso in meditazione. Quando il corpo del Gabinetto, Mizutani gli ha annunziato che le esecuzioni avevano avuto luogo, per un istante la sua rigida asiatica compostezza si è sconvolta ed egli ha manifestato una profonda emozione».

«Un prete scintoista che ha assistito fino all’ultimo momento Tōjō e gli altri sei condannati a morte, ha detto che l’ex Primo ministro e tre suoi compagni di pena hanno emesso ad alta voce il grido di “Banzai” qualche minuto prima dell’impiccagione. L’Imperatore del Giappone ha passato tutta la giornata di ieri chiuso nel suo palazzo, pregando per la pace e immerso in meditazione. Quando il corpo del Gabinetto, Mizutani gli ha annunziato che le esecuzioni avevano avuto luogo, per un istante la sua rigida asiatica compostezza si è sconvolta ed egli ha manifestato una profonda emozione»

Redazione – Corriere d’informazione giovedì-venerdì 23-24 Dicembre 1948

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