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19 aprile 2015. È stato il naufragio di un’imbarcazione eritrea usata per il trasporto di migranti avvenuto la notte del 18 aprile 2015 al largo delle coste della Libia. Il naufragio dell’imbarcazione ha provocato 58 vittime accertate o 525 secondo altre fonti, 28 superstiti salvati e fra i 700 e i 900 dispersi presunti, numeri che la pongono come una delle più gravi tragedie marittime nel Mediterraneo dall’inizio del XXI secolo. Il Corriere della Sera di lunedì 20 aprile 2015 titola a tutta pagina: «Sono annegati sognando l’Europa». Nell’articolo dedicato “Dove cessa l’umanità” a cura di Claudio Magris possiamo leggere: «La pietà, l’indignazione e lo sgomento del mondo – di noi tutti – si accenderanno, sinceri e inutili, a ogni nuovo episodio di barbarie. Ma forse sempre meno, perché ci si abitua a tutto e proprio il ripetersi delle orrende e criminose tragedie renderà più assuefatte e meno reattive le coscienze».
Corriere della Sera di lunedì 20 aprile 2015
« …l’apocalisse della carretta del mare colata a picco davanti alle coste libiche toglie il fiato. Perché per quelle centinaia di poveretti che sognavano l’Europa la fine dell’incubo pareva lì, a portata di mano. E la morte è arrivata a tradimento. L’ultimo tradimento dopo quelli subiti in viaggi da incubo da parte di trafficanti, truffatori, guerriglieri barbuti con la cartucciera a tracolla… »
Gian Maria Stella
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