Morte in servizio per l’ispettore Filippo Raciti
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1 febbraio 2003. L’ispettore Capo della Polizia di Stato Filippo Raciti, 38 anni sposato con due figli, morì in servizio durante gli incidenti scatenati da una frangia di ultras catanesi contro la Polizia, intervenuta per sedare i disordini alla fine del derby siciliano di calcio Catania-Palermo. Gravissimi sono stati gli incidenti prima, durante e dopo la partita, vinta dal Palermo (2-1), a lungo interrotta per lacrimogeni. La morte di Raciti suscitò forte emozione in tutto il paese e causò l’interruzione di tutti i campionati di calcio in Italia per una settimana. Carlo Verdelli nell’editoriale in prima pagina della Gazzetta dello Sport di sabato 3 febbraio 2007 scrisse: «Da dove uscivano quei ragazzi che correvano bardati e bendati nella notte di Catania, tra il fumo di lacrimogeni e le strade sporche di sassi? Da che case venivano, da che scuole, da quali bar? Ancora non lo sapevano, ma sulla coscienza di tutti loro, e di tutti noi, c’era il peso di una sera stupidamente atroce, e un poliziotto dilaniato. Un poliziotto, segnatevi il nome: Filippo Raciti». Sempre in prima pagina, Candido Cannavò sul suo articolo di fondo “Nella mia amata e sventurata città” scrisse: «Ahimè sul calcio, e direi meglio su quel che resta della civiltà del nostro pallone, piomba un altro lutto che, senza nasconderci dietro le parole, é un assassinio di folla e di follia». Raciti è stato insignito della medaglia d’oro al valor civile (alla memoria) consegnata alla moglie l’11 maggio 2007, in occasione del 155°anniversario della polizia di Stato.
La Gazzetta dello Sport di sabato 03 febbraio 2007
«Il calcio subisce il trauma di uno stop inevitabile, ma il nostro primo pensiero va a quel poliziotto che ha perso la vita per fare il suo dovere davanti a uno stadio dove avrebbe dovuto festeggiarsi un derby»
Candido Cannavò
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