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2 marzo 2003. Il sovrintendente della Polfer Emanuele Petri, in servizio sul treno regionale Roma-Firenze, ferma 2 passeggeri durante un controllo di routine: sono Nadia Desdemona Lioce e Mario Galesi. I due sono i leader delle Nuove Brigate Rosse, responsabili degli omicidi di Massimo D’Antona, il 20 maggio 1999, e di Marco Biagi, il 19 Marzo 2002. Una volta scoperto, il brigatista Galesi apre il fuoco contro gli agenti. Nella sparatoria che segue, Emanuele Petri e lo stesso Galesi perdono la vita. Nadia Desdemona Lioce viene arrestata e si dichiara da subito prigioniera politica. Dal materiale rinvenuto sul treno e nella borsa della Lioce (documenti, floppy disk e due palmari), gli investigatori riusciranno a ricostruire l’intera rete delle Nuove Brigate Rosse. Nei mesi successivi, tutti gli appartenenti all’organizzazione verranno arrestati. Sul Corriere della Sera di venerdì 3 marzo 2003 il titolo a tutta pagina “Sparatoria in treno, le Br uccidono un agente”. L’articolo di fondo è a cura di Giovanni Bianconi e possiamo leggere: «… importante è, per gli investigatori, aver avuto la conferma che avevano visto giusto puntando su quella pista. Ora non ci sono più soltanto gli indizi e le prove logiche che hanno portato i magistrati a firmare gli ordini di arresto nei confronti di lince e Galesi, nell’ottobre scorso. Ora ci sono un omicidio, la pistola, la confessione di essere “combattenti” del nuovo partito armato». Sempre in prima pagina il Corriere non poteva non riportare l’impresa della barca ginevrina di Ernesto Bertarelli vincitrice della 31°America’s Cup. Nell’articolo di Gian Luigi Paracchini dal titolo possiamo leggere: «Nella notte che ha rivoluzionato la storia della vela e che sta riscrivendo il carattere d’una nazione, si può anche festeggiare con un gelido bagno nel lago. Da Auckland la tv ha appena passato le immagini dell’ultima vittoriosa regata che consegna agli svizzeri di Alinghi (e riporta in Europa dopo 152 anni) la Coppa America».
Corriere della Sera di venerdì 03 marzo 2003
«Un altro nome viene iscritto nel libro dei lutti provocati da un progetto eversivo contro il quale non si possono avere titubanze né divisioni nel mondo politico, sociale ed economico. Non c’è asprezza di confronto tra i partiti o le parti sociali che possa legittimare indulgenze o leggerezze verso la minaccia terroristica interna»
Giovanni Bianconi
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