Lina Wertmüller
Regista e sceneggiatrice cinematografica italiana (Roma 1928 – ivi 2021), ha diretto molti film che stanno tra la cronaca e la commedia, tra la caricatura e la satira della società contemporanea italiana, raggiungendo vasta notorietà anche all’estero. Tra essi si ricordano: I basilischi (1963), che la rivelò; Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972); Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974); Pasqualino Settebellezze (1975) che la consacrò come prima donna a essere candidata all’Oscar come miglior regista; Fatto di sangue tra due uomini per causa di una vedova (1978); Io speriamo che me la cavo (1992); Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica (1996); Ferdinando e Carolina (1999); Peperoni ripieni e pesci in faccia (2004); Mannaggia alla miseria (2009). Maurizio Porro nel suo articolo interno del Corriere della Sera 10 dicembre 2021 scrive: «Quella della Lina è un’Italia deformata, che punta al farsesco indagando sul ruolo della donna e sul dialogo continuamente interrotto tra Nord e Sud, sulle classi sociali, discorso a volte molto serio ma sempre con la tentazione in fondo di scherzare col pessimismo della ragione». Lina Wertmüller ha lavorato anche per la televisione (Giamburrasca, 1964; Sabato, domenica e lunedì, 1990; Francesca e Nunziata, 2004). Nel 2018 è stata insignita del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e nel 2019 l’Academy of Motion Picture Arts & Sciences le ha assegnato l’Oscar alla carriera.
«Quella della Lina è un’Italia deformata, che punta al farsesco indagando sul ruolo della donna e sul dialogo continuamente interrotto tra Nord e Sud, sulle classi sociali, discorso a volte molto serio ma sempre con la tentazione in fondo di scherzare col pessimismo della ragione»
Maurizio Porro – Corriere della Sera venerdì 10 dicembre 2021
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