26 aprile 1995. A un certo punto, il cielo fiammeggiò. Si scatenarono i venti, e il mondo si mise a ululare di paura, di dolore, di sgomento. D’accordo, forse non andò proprio così, ma Juventus-Inter del 20 aprile 1998, “quel” Juventus-Inter, è il fuoco da cui discende mezzo secolo di rivalità feroce. (Repubblica). L’epico scontro tra il difensore della Juventus Iuliano e il Fenomeno interista Ronaldo rimarrà per sempre nella storia del calcio italiano. La Juve prevalse 1-0 con un gran gol di Alessandro Del Piero, ma alla memoria resta questo singolo episodio, come le urla di Gigi Simoni in campo contro l’arbitro Piero Ceccarini e il finimondo scaturito dal rigore fischiato (e in seguito parato da Gianluca Pagliuca) su Del Piero al ribaltamento di gioco. La Gazzetta dello Sport di lunedì 27 aprile 1998 titola: «Magia di Del Piero: Juve a +4. L’Inter urla: Vergogna!». Nell’articolo di fondo del direttore Candido Cannavò “Il virus della schiavitù psicologica possiamo leggere: «Ecco il grande tarlo. Ci fa orrore dirlo: ma il veleno e le ombre che inquinano il campionato vengono da quella che ormai si può definire una schiavitù psicologica degli arbitri. Non si tratta di errori: qui c’è una sorta di virus che affligge gran parte della categoria. […] Con tutto il rispetto, l’amicizia e l’ammirazione per la Juve, squadra di enorme impatto giornalistico, questo non passerà alla storia come uno scudetto limpido. Salvi i meriti, l’impegno, le qualità della squadra e di Lippi, lo impedisce l’onesta contabilità degli episodi incriminati, di cui tutta l’Italia parla».
Gazzetta dello Sport di lunedì 27 aprile 1998
«Non ci sto a farmi prendere in giro così. Gli arbitri non lo fanno apposta, è un’abitudine. Questa partita è la regola, non l’eccezione. Non è nemmeno colpa della Juventus, ma è la constatazione di un complesso»
Massimo Moratti
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