10 aprile 2006. Sulla base dei risultati comunicati dal Viminale, l’Unione guidata da Romano Prodi proclama la vittoria, ma la coalizione di centrodestra guidata da Silvio Berlusconi non ritiene di accettare immediatamente il risultato della consultazione elettorale. La contestazione nasce dal minimo scarto di voti che aggiudica al centrosinistra la maggioranza nei due rami del parlamento. L’esiguità dello scarto nei risultati, le novità introdotte nella legge elettorale (Legge Calderoli), nei meccanismi dello scrutinio elettronico, e nel voto degli italiani all’estero tramite posta hanno fatto sì che le elezioni del 2006 fossero oggetto di diverse gravi denunce di brogli e contestazioni da più parti dello schieramento politico, con vaste ripercussioni nell’opinione pubblica, fino alla decisione di procedere ad una revisione delle schede valide per il Senato. Il Corriere della Sera di martedì 11 aprile 2006 riporta la notizia in prima pagina con il titolo: “Prodi:«Vittoria». Il Polo contesta”. Nel centro, i risultati del voto con una foto di Prodi in festa. Negli articoli dedicati, a cura della Redazione, possiamo leggere: «Il guaio è che l’Italia del 10 aprile non è soltanto un Paese in cui centrodestra e centrosinistra dispongono sostanzialmente degli stessi consensi, e chi vince vince per una spanna. Il guaio è che dal 1994, quando per la prima volta, caduta la Prima Repubblica, fu chiesto agli elettori di decidere quale, tra le opposte coalizioni, dovesse governare, l’Italia non si è avvicinata di un millimetro alla precondizione di un bipolarismo moderno e civilizzato, che consiste in un minimo di legittimazione reciproca tra le forze in lotta».
Corriere della Sera di martedì 11 aprile 2006
«Silvio Berlusconi ha quasi portato a compimento la più incredibile delle rimonte, e senza cannibalizzare gli alleati. L’Unione si è quasi vista svanire tra le mani un successo che considerava scontato: stamane il risveglio sarà amaro, nonostante lo scampato pericolo»
Paolo Franchi
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