7 maggio 1915. Un sommergibile tedesco, l’U-20, colpì con un siluro il transatlantico britannico RMS Lusitania, della Cunard Line, mentre si trovava a poche miglia dalle coste irlandesi, causandone il rapidissimo affondamento e la morte di 1198 dei 1959 passeggeri della nave. Il 1° maggio 1915 il transatlantico, orgoglio della marina civile inglese, lasciò il molo di New York in direzione di Liverpool. Dopo sei giorni di navigazione, il Lusitania avvista le coste irlandesi e il promontorio dell’Old Head di Kinsale. Allo stesso tempo entra però nella zona di guerra infestata dai famigerati U-Boot – abbreviazione di Untersee-Boot, letteralmente “battello sottomarino” – tedeschi. Alle due del pomeriggio un siluro colpisce i locali delle caldaie e la nave inglese, considerata la più sicura del mondo, cola a picco in appena diciotto minuti. Lo spietato crimine di guerra spinse l`America a un passo dall’entrata in guerra. Il Corriere della Sera di domenica 9 maggio 1915 titola: «L’affondamento del Lusitania e i salvataggi compiuti. 658 superstiti sbarcati in Irlanda – L’enorme impressione in America e in Inghilterra». Nell’articolo dedicato “Iprimi racconti di naufraghi. Il transatlantico era atteso al varco” a cura della Redazione possiamo leggere: «I siluri avevano colpito il Lusitania a tribordo e la nave incominciò a sbandarsi da questo lato. I passeggeri, quasi impazziti, tentavano di mettersi in salvo. Fu dato ordine di calare le imbarcazioni, ma nello scendere in mare le corde di alcune di esse si impigliavano, mentre gli attacchi di tre si ruppero. Un’ imbarcazione cadde in acqua con molti che vi avevano preso posto. Altri passeggeri si erano forniti di salvagente e furono poi raccolti da battelli. Più di cento viaggiatori si mantenevano alla superficie con l’aiuto di apparecchi di salvataggio».
Corriere della Sera di domenica 9 maggio 1915
«Data la sua grande velocità e l’enorme scafo, il Lusitania, se si fosse accorto del pericolo, avrebbe potuto facilmente inseguire e speronare il sommergibile prima di dargli tempo di lanciare un saluto. E per questo molti ritengono che forse, con maggiori precauzioni, la catastrofe avrebbe potuto essere evitata»
Redazione Corriere della Sera
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