La tragedia della Chapecoense
Alle ore 22, a circa 20 km dall’aeroporto di Rionegro, il quadrimotore Avro RJ 85 del volo LaMia 2933 precipitava in fase di discesa a sud di Medellín, in Colombia, provocando la morte di 71 persone a bordo, su un totale di 77 tra passeggeri e membri dell’equipaggio. Molte delle vittime erano giocatori della squadra brasiliana di calcio della Chapecoense, in viaggio verso il comune colombiano per disputare la finale della Coppa Sudamericana contro la squadra colombiana dell’Atlético Nacional. Secondo quanto appurato dalle inchieste, la compagnia aveva pianificato in maniera sbagliata il piano di volo e l’aereo non aveva carburante a sufficienza per il funzionamento dei quattro motori. Inoltre i piloti, nonostante la segnalazione del basso livello di alimentazione a disposizione, decisero di proseguire la rotta invece di atterrare in un aeroporto vicino per rifornire l’aeromobile. Una tragedia quella della Chapecoense che ha sconvolto il mondo del calcio e ha fatto venire il ricordo del Grande Torino nella tragedia di Superga del 4 maggio 1949. Il Corriere della Sera riporta la notizia in prima pagina mercoledì 30 novembre 2016. Monica Colombo nell’articolo interno al giornale scrive: «Lo schianto a 50km da Medellín ha trasformato il finale della favola in una tragedia, una trama così densa di eccessi, di euforia e disperazione allo stesso tempo, sulla quale Osvaldo Soriano avrebbe potuto scrivere un racconto ‘triste, solitario y final’» […] «La Chapecoense è scomparsa prima di diventare famosa, lasciando il proprio nome sugli almanacchi».
«Lo schianto a 50km da Medellín ha trasformato il finale della favola in una tragedia, una trama così densa di eccessi, di euforia e disperazione allo stesso tempo, sulla quale Osvaldo Soriano avrebbe potuto scrivere un racconto ‘triste, solitario y final’» […] «La Chapecoense è scomparsa prima di diventare famosa, lasciando il proprio nome sugli almanacchi»
Monica Colombo – Corriere della Sera mercoledì 30 novembre 2016
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