La strage di Nassiriya
Un inferno di polvere, fuoco e sangue. Alle 8.40 del 12 novembre 2003 la Base Maestrale della città irachena, dove i Carabinieri e l’Esercito Italiano avevano stabilito il proprio quartier generale, é stata scarnificata dall’esplosione di centinaia di chili di tritolo e tonnellate di combustibile. Nella deflagrazione di questo attentato suicida, provocata da un camion cisterna, vennero uccisi 12 carabinieri, 5 militari, un cooperante internazionale, il regista Stefano Rolla oltre a 9 cittadini iracheni. Altri 58 abitanti del posto rimasero feriti. L’Italia stava partecipando alla missione internazionale «Antica Babilonia» per il mantenimento della pace. Un giorno che rimarrà scolpito, per sempre, nella memoria nazionale per questo che é stato il più grave attentato terroristico subito dall’Italia nelle missioni internazionali di pace nelle aree di crisi. Nella prima pagina del Corriere della Sera di giovedì 13 novembre Stefano Folli descrive così i nostri soldati… “Uomini che hanno speso il loro coraggio in Iraq al servizio di un’idea non facilmente definibile di patria, un’idea che non é quella dei loro nonni e neanche dei loro padri. É una patria intesa come adesione a una comunità sovranazionale di valori sui quali incombe la pressione del terrorismo”.
“Uomini che hanno speso il loro coraggio in Iraq al servizio di un’idea non facilmente definibile di patria, un’idea che non é quella dei loro nonni e neanche dei loro padri. É una patria intesa come adesione a una comunità sovranazionale di valori sui quali incombe la pressione del terrorismo”
Stefano Folli – Corriere della Sera giovedì 13 novembre 2003
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