7 aprile 1939. Fu una breve campagna militare dell’Italia fascista contro il Regno d’Albania. Il conflitto fu il risultato delle politiche espansioniste di Benito Mussolini. L’Albania venne rapidamente invasa, il suo sovrano, re Zog, costretto all’esilio nella vicina Grecia ed il paese annesso all’Italia come protettorato in unione personale con la corona italiana. L’Albania servì come base per l’invasione italiana della Grecia nell’ottobre del 1940 e le truppe albanesi parteciparono alla campagna di Grecia, ma disertarono massicciamente la linea del fronte. Quando l’Italia abbandonò l’Asse nel settembre del 1943, le truppe tedesche occuparono immediatamente l’Albania. Nel 1944 i tedeschi lasciarono l’Albania e i partigiani albanesi schiacciarono la resistenza nazionalista. Il Corriere della Sera di venerdì 8 aprile 1939 riporta la notizia a tutta pagina con il titolo “Per la difesa della pace e degli interessi italiani nell’Adriatico. Lo sbarco e la celere avanzata delle nostre truppe in Albania”. Nell’articolo dedicato “Pax adriatica”, a cura della redazione, possiamo leggere: «L’occupazione militare dell’Albania da parte delle Forze italiane fa parte del programma di consolidamento della situazione adriatica che forma sempre più uno dei capisaldi della politica italiana. Al tempo stesso gli energici provvedimenti adottati dal Governo italiano tendono a garantire lo sviluppo civile del popolo albanese e a tutelare i nostri importanti interessi colà esistenti».
Corriere della Sera di sabato 8 aprile 1939
«Naturalmente questo necessario gesto dell’Italia fascista ha dato nuovo incremento alle speculazioni e alle vociferazioni di questa parte della stampa internazionale che non ci è amica, e la cui amicizia d’altronde non desideriamo! Già taluni giornali stranieri nonché le solite agenzie più o meno ufficiose si sforzano di drammatizzare l’evento narrando di grandi combattimenti e di micidiali bombardamenti che li avrebbero accompagnati. Anche in questa occasione i fatti smentiranno le voci fantastiche e le inutili parole. Il comunicato diffuso in tutte le lingue dalla radio italiana è al riguardo preciso e categorico»
Redazione Corriere della Sera
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