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17 ottobre 1989. Il terremoto di Loma Prieta è stato un evento sismico particolarmente violento, avvenuto nella Baia di San Francisco, in California. Il sisma ebbe una magnitudo di 6,9 e durò 15 secondi. Causò 63 morti, oltre 3.000 feriti, circa 10.000 sfollati e ingenti danni agli edifici ed alle infrastrutture. Gran parte delle vittime sono morte quando il doppio ponte dell’autostrada 880 è crollato schiacciando le auto in transito sul ponte inferiore. Le prime testimonianze riportavano un maggior numero di vittime (riportate anche sul Corriere) che fortunatamente si rivelò di gran lunga minore.
Il Corriere della Sera di giovedì 19 ottobre 1989 titola: «Macerie e morte a San Francisco. L’autostrada 880 è un cimitero, oltre 270 vittime e mille feriti». Nell’articolo in prima pagina a cura di Gianni Riotta possiamo leggere: «Dei 271 morti e mille feriti finora accertati nel peggior terremoto della storia moderna americana, dopo il sisma che cancellò San Francisco nel 1906, circa duecento hanno trovato la morte sulle autostrade, in particolare la 880, a due livelli. Chi viaggiava sulla corsia superiore s’è salvato, ma decine forse centinaia di vetture, bloccate da un ingorgo, sono rimaste intrappolate, in quello che un Chip, uno dei centurioni della Polizia autostradale su moto grandi come vasche da bagno, ha definito senza complimenti un atroce panino di lamiera e corpi umani tra due lastre d’asfalto lunghe un chilometro e mezzo» […] «…il Progetto emergenza terremoto è un’altra scartoffia al museo della burocrazia. Chinatown decrepita doveva crollare ed è in piedi. I morti e i dispersi si contano tra le grida, sui nastri grigi delle autostrade dove, secondo il Progetto, dovevano invece sfrecciare i mezzi di soccorso».
Il Corriere della Sera di giovedì 19 ottobre 1989
«Come l’infarto che stronca un uomo bloccandogli le arterie, il sisma ha colpito la città sulla Baia, da San Francisco a Oakland, strozzando le autostrade, le orgogliose freeways vanto della California. Dall’alto degli elicotteri, nella perenne nebbiolina grigiastra di San Francisco, il giorno dopo la scossa di livello 6,9 scala Richter, le corsie appaiono spezzate, ostruite, bloccate»
Gianni Riotta
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