Il naufragio del Princess Victoria

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31 gennaio 1953. Questa nave traghetto appartenente alla British Railways e completata nel 1947, naufragò nel primo pomeriggio sul canale del Nord tra Scozia e Irlanda durante una tempesta. Con le sue 135 vittime, fu il peggior disastro marittimo nelle acque territoriali britanniche dopo la seconda guerra mondiale. Il naufragio del Princess Victoria ha scioccato all’epoca dei fatti perché, sebbene sia avvenuto in condizioni meteorologiche estreme, ha comportato un viaggio di routine della nave, con una traversata relativamente breve (20 miglia, 32 km) in quel che si credevano acque sicure. Vani i tentativi di soccorso, ostacolati sia dalle condizioni meteo che dalle numerose richieste di intervento. Dei 128 passeggeri e 51 membri dell’equipaggio imbarcati, solo 44 furono i sopravvissuti dell’unica scialuppa scampata alla tragedia, tutti uomini e nessuno degli ufficiali tra loro. Questo è stato il peggior incidente singolo della tempesta di vento europea che causò anche l’inondazione del Mare del Nord, provocando 531 vittime nel solo Regno Unito. Il corrispondente Domenico Bartoli sulla prima pagina de Il Nuovo Corriere della Sera di domenica 1 febbraio 1953 riporta la testimonianza del soldato ventenne Walter Baker scampato al naufragio: «Lo scafo affondava rapidamente; le lance di salvataggio vennero calate, ma prima che i passeggeri potessero prendervi posto, si rovesciarono e furono sbattute contro le murate della Princess e fatte a pezzi dalla violenza dei marosi. Una delle lance potè allontanarsi in tempo, con otto donne e alcuni bambini, ma a circa un centinaio di metri dalla nave fu travolta da un’ondata. Era una visione d’inferno».

Corriere della Sera di domenica 1 febbraio 1953


«È un breve braccio di mare non più largo della Manica, che finisce a nord nell’Oceano Atlantico. Violente correnti e venti tempestosi lo percorrono e lo agitano, specialmente nella stagione invernale»

Domenico Bartoli


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