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26 dicembre 2004. Uno dei più catastrofici disastri naturali dell’epoca contemporanea. Il fenomeno devastante dello tsunami, causato da uno dei più violenti terremoti mai registrati, colpì le coste occidentali dell’isola di Sumatra, nell’Oceano Indiano. Alle ore 7:58 (1:58 italiane) un violento sisma di magnitudo 9.1 devastò la porzione settentrionale dell’arcipelago indonesiano che, dopo pochi minuti, venne raggiunto da un violento tsunami le cui onde raggiunsero anche i 30 metri di altezza. Marco Imarisio e Mario Porqueddu sul Corriere della Sera di lunedì 27 scrivono: «Tutto è cominciato con uno scatto lungo i due lembi di una lunghissima faglia sottomarina che si sviluppa a Nord Ovest dell’isola di Sumatra. Un colpo nella crosta terrestre che ha liberato un’energia paragonabile a 23 mila esplosioni nucleari di tipo Hiroshima». L’immane catastrofe uccise circa 230 mila persone in 14 paesi affacciati sull’Oceano Indiano di cui quaranta italiane, migliaia di dispersi, spiagge, vite, interi paesi completamente distrutti e portati via, nel nulla.
Corriere della Sera di lunedì 27 dicembre 2004
«Sono finite sott’acqua alcune delle spiagge e delle isole più belle dell’Oceano indiano. Dire quanti siano i morti è ancora impossibile, per adesso si sono oltre 10 mila cadaveri. Secondo le stime Unicef, oltre un terzo delle vittime sono bambini…»
Marco Imarisio e Mario Porqueddu
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