Il discorso di Mussolini alle gerarchie del Fascismo romano

23 febbraio 1941. Benito Mussolini pronuncia al Teatro Adriano di Roma, alla presenza delle Gerarchie del Fascismo Romano, un importante discorso politico. Il discorso è ascoltato in tutta Italia dalle masse del popolo, che improvvisa fervide manifestazioni all’indirizzo del Duce e delle Forze Armate dell’Asse. Sul Pomeriggio del Corriere della Sera di lunedì 24 febbraio 1941, tutta la prima pagina è dedicata al discorso del Duce. Dalle sue parole possiamo leggere: «Ma agli sviluppi, talora accelerati, della storia, non si può dire, come al faustiano attimo fuggente; fermati! La storia vi prende alla gola e vi costringe alla decisione. Non è la prima volta che ciò è accaduto nella storia d’Italia! Se fossimo stati pronti al cento per cento saremmo scesi in campo nel settembre del 1939, non nel giugno del 1940. Durante questo breve lasso di tempo abbiamo affrontato e superato difficoltà eccezionali. Le fulminee schiaccianti vittorie della Germania ad occidente eliminavano l’eventualità di una lunga guerra continentale. Da allora la guerra terrestre nel continente è finita, non può riaccendersi, ed è finita con la vittoria della Germania facilitata dalla non belligeranza dell’Italia che immobilizzò ingenti forze navali, aeree, terrestri del blocco franco-inglese. Taluni che oggi affermano di pensare essere stato l’intervento dell’Italia prematuro, sono probabilmente gli stessi che allora lo ritenevano tardivo. In realtà il momento fu tempestivo poiché se è vero che un nemico era in via di liquidazione, restava l’altro, il maggiore, il più potente, il numero UNO, contro il quale abbiamo impegnato e condurremo la lotta sino all’ultimo sangue. Liquidati definitivamente gli eserciti della Gran Bretagna sul continente europeo, la guerra non poteva assumere che un carattere navale, aereo e, per noi, anche coloniale. E’ nell’ordine geografico e storico delle cose che all’Italia siano riservati i teatri di guerra più lontani e difficili: guerra d’oltremare e guerra nel deserto».

Corriere della Sera di lunedì 23 febbraio 1943


«In realtà noi siamo in guerra dal 1922: cioè dal giorno in cui alzammo contro il mondo massonico democratico capitalistico la bandiera della nostra rivoluzione che allora era difesa da un pugno di uomini. Da quel giorno il mondo del liberalismo, della democrazia, della plutocrazia ci dichiarò e ci fece la guerra con campagne di stampa, diffusione di calunnie, sabotaggi finanziari, attentati e congiure, anche quando eravamo intenti a quel lavoro di ricostruzione interna che rimarrà nei secoli quale indistruttibile documentazione della nostra volontà creatrice»

Benito Mussolini


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