Il delitto Pasolini

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Nella notte tra l’1 e il 2 novembre 1975, lo scrittore, regista e attore Pier Paolo Pasolini, considerato tra i maggiori intellettuali italiani del Novecento, fu brutalmente assassinato sulla spiaggia dell’Idroscalo di Ostia. Il colpevole venne identificato nel reo confesso Pino Pelosi e l’omicidio fu rubricato come lite tra omosessuali andata a finire male. Nel taglio alto del Corriere della Sera 3 novembre 1975 Ulderico Munzi scrive: «La scena del delitto è uno sterrato deserto su cui sorgono delle squallide casupole abusive, quasi delle baracche. Lo scrittore è stato massacrato a colpi di bastone. Poi l’assassino ha schiacciato il suo corpo steso a terra nella polvere con le ruote di una automobile». La versione fornita all’epoca dal giovane destò subito molte perplessità, così come le avrebbe suscitate la sua clamorosa ritrattazione, a distanza di un trentennio. All’Idroscalo di Ostia non morì solo un intellettuale controverso. Morì un poeta e una coscienza critica di un Paese che lo aveva sempre guardato con imbarazzo e talvolta persino con disprezzo.


«La scena del delitto è uno sterrato deserto su cui sorgono delle squallide casupole abusive, quasi delle baracche. Lo scrittore è stato massacrato a colpi di bastone. Poi l’assassino ha schiacciato il suo corpo steso a terra nella polvere con le ruote di una automobile»

Ulderico Munzi – Corriere della Sera lunedì 3 novembre 1975


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