23 maggio 1953. Alle ore 19:25, un violentissimo nubifragio, verosimilmente una tromba d’aria, fece spezzare e precipitare ben 47 metri della guglia della Mole Antonelliana nel piccolo giardino sottostante della sede RAI. La guglia, sfiorando la finestra d’una stanza dell’ultimo piano dell’edificio dove in quel momento si trovava il conduttore Piero Angela, distrusse in parte il balcone dell’ufficio dell’annunciatrice Vera Larsimont, ma non provocò danni alle persone.Era l’edificio in muratura più alto d’Europa. Il Corriere della Sera di domenica 24 maggio 1953 titola: «Crollata la guglia della mole Antonelliana». Nell’articolo dedicato a cura dell’inviato speciale possiamo leggere: «Le altre decine, forse le altre centinaia di alberi secolari abbattuti è difficile ritrovarle nella notte poco luminosa, specialmente verso i sobborghi. Sono grandi ombre che dormono rovesciate sui marciapiedi. Il ciclone ha spento molte luci, ha lasciato senza griglie e senza vetri le finestre di molte case, ha gonfiato molte saracinesche, come al tempo dei bombardamenti del gennaio 1942. Tutto ricorda i bombardamenti del gennaio 1942, anche l’aria della gente che circola incuriosita e spaurita per le strade infangate, anche le automobile capovolte».
Corriere della Sera di domenica 24 maggio 1953
«Contro il cielo cupo, ancora percorso da una nera fuliggine di cirri che vanno velocissimi, coprendo e rivelando improvvisamente le stelle come il diaframma di un obiettivo fotografico rivela e copre la pellicola, si staglia la torre mozza della Mole Antonelliana»
Redazione Corriere della Sera
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