Attentato alla sede di Charlie Hebdo

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07 gennaio 2015. Due terroristi islamici mascherati e armati – affiliati di Al-Qaeda – aprirono il fuoco uccidendo dodici persone dopo aver fatto irruzione nella sede del giornale satirico Charlie Hebdo. Dopo aver ucciso un poliziotto responsabile della sicurezza del giornale, si imbatterono in un veicolo della polizia, sparandogli e uccidendo con un colpo alla testa un poliziotto. Autori del massacro furono due fratelli, Saïd e Chérif Kouachi, che vennero uccisi nel pomeriggio del 9 gennaio 2015 durante l’irruzione nella tipografia presso la quale si erano barricati dopo un conflitto a fuoco con la gendarmeria nazionale francese. Un terzo complice – Amedy Coulibaly – dopo l’attacco si barricò nel supermercato kosher Hypercacher di Porte de Vincennes prendendo in ostaggio diciassette persone. Durante l’irruzione delle forze speciali, prima di essere giustiziato, Amedy uccise tre cittadini francesi di religione ebraica. La Francia, così come il resto dell’Europa e del mondo, fu sconvolta da questo fatto di sangue che attaccava al cuore la democrazia colpendo la libertà di stampa e di satira. Sul Corriere della Sera di giovedì 8 gennaio 2015, Pierluigi Battista scrisse: «Al settimanale non condividevano quelle vignette e ne detestavano il cattivo gusto. Ma, libertari e anticonformisti, irriverenti e lontanissimi dall’ideologismo militaresco della satira nostrana, le pubblicarono lo stesso». Sempre in prima pagina, Davide Frattini e Elisabetta Rosaspina descrivono il massacro: «Tre uomini armati e incappucciati scatenano l’inferno in un palazzo di Parigi: è la sede di Charlie Habdo, il settimanale satirico noto per le vignette che spesso hanno creato violenti attriti con il mondo islamico. Irrompono e sparano senza fermarsi per minuti. Cadono in 12 sotto i colpi».

Corriere della sera di giovedì 8 Gennaio 2015


«Al settimanale non condividevano quelle vignette e ne detestavano il cattivo gusto. Ma, libertari e anticonformisti, irriverenti e lontanissimi dall’ideologismo militaresco della satira nostrana, le pubblicarono lo stesso»

Pierluigi Battista


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