Attentati aeroporti di Fiumicino e di Vienna

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27 dicembre 1985. Questo secondo attentato allo scalo di Fiumicino (a dodici anni di distanza dal primo e sempre durante le festività natalizie) fu un attacco perpetrato nuovamente da un gruppo palestinese estremista in questo caso facente capo al terrorista Abu Nidal. Contemporaneamente all’assalto di Roma venne colpito anche l’Aeroporto internazionale di Vienna-Schwechat; i due attacchi ebbero luogo a una distanza di pochi minuti l’uno dall’altro alle 9:15 circa. In totale gli attentati causarono 19 morti e 120 feriti: 13 morti e 76 feriti a Roma, 3 morti e 44 feriti a Vienna; tre terroristi del commando che attaccò l’aeroporto di Roma furono uccisi e uno, ferito, venne catturato, mentre nel commando che attaccò l’aeroporto di Vienna si contarono un morto e due feriti presi prigionieri. Sul la Repubblica di sabato 28 dicembre 1985 nell’articolo di fondo “L’Europa è il campo da battaglia” possiamo leggere: «Una prima constatazione emerge con tutta evidenza dai sanguinoso attentati di Fiumicino e di Vienna: non si parli più di ‘schegge impazzite’ del movimento palestinese. Per progettare ed eseguire colpi di mano come quelli che ieri hanno gettato il terrore nelle due capitali più specifiche e più amiche dei palestinesi che siano in Europa, ci vuole un’organizzazione complessa, armi, campi d’addestramento, complici, molto denaro, corrieri porta-ordini, centrali di comando, punti d’appoggio dislocati in vari paesi, passaporti falsi».