Terremoto del Belice
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14 gennaio 1968. Nella notte si consuma la prima grande catastrofe nazionale del dopoguerra. Un violento evento sismico che colpì una vasta area della Sicilia occidentale. La Valle del Belice, compresa tra le province di Trapani, Agrigento e Palermo. Il bilancio definitivo della tragedia conterà centinaia di morti, un migliaio di feriti, quasi centomila persone rimaste senza tetto. Il dramma della Sicilia commuove profondamente il Paese. Aiuti e soccorritori arrivano da ogni parte d’Italia e d’Europa. Il Corriere della Sera di martedì 16 gennaio 1968 riporta a tutta pagina la notizia dell’evento. «Ancora una volta il terremoto alza la bandiera nera del lutto in Sicilia. Ancora una volta le notizie giungono a strappi , disordinatamente, dai piccoli telegrafi dell’estremo sud, corrono le campagna tonde e le piane deserte dell’isola, e confermano nel corso della notte che le tragedie meridionali si ripropongono spietatamente». L’inviato speciale Giovanni Russo commenta nel suo articolo: «“Uno spettacolo da bomba atomica”. Così il pilota delle squadriglie di soccorso ha sintetizzato le sue impressioni dopo aver sorvolato la zona del Trapanese e dell’Agrigentino dove interi paesi sono stati distrutti».
Corriere della Sera di martedì 16 Gennaio 1968
«Odore di zolfo bruciato scaturisce dalle fenditure apertesi sui fianchi delle montagne, alcuni centri abitati sono stati ridotti dal terremoto in un cumulo di rovine, mentre la terra continua a tremare nella zona dell’epicentro»
Giovanni Russo
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